lunedì 15 gennaio 2018

SUPERARE IL FISCAL COMPACT CON IL SOCIAL COMPACT!



















UN DISASTRO ANNUNCIATO.
E così i vertici del M5S, dopo averla menata per anni con un referendum sull'Euro che moltissimi osservatori di peso avevano giudicato da subito impossibile e inutile e che infatti ha raccolto solo 90.000 firme sui tre milioni strombazzati enfaticamente dal palco del Circo Massimo a settembre 2014, oggi fanno una spericolata retromarcia e si dichiarano contrari all'uscita dalla Moneta Unica Europea. 
E tutto ciò, si badi, dopo anni di mistificazioni e confusione con spericolate arrampicate sugli specchi in difesa di un referendum presentato ipocritamente come una battaglia di principio perchè sull'Euro fosse il popolo ad essere consultato e decidere, ma sostanzialmente orientato al NO ALL'EURO (come si vede dal logo della campagna di raccolta firme per tale referendum). La questione ha raggiunto un livello talmente ridicolo che è diventata oggetto di video canzonatori ampiamente circolati in rete in cui si ascolta tutto e tutto il suo contrario (tipo questo https://www.youtube.com/watch?v=rabXO7o1XWo )
Purtroppo la questione è stata affrontata con approssimazione propagandistica, superficialità e pressapochismo indegni delle politiche europee di una formazione politica da 9 milioni di voti. 
Con il loro catastrofico errore mediatico, hanno portato allo sbaraglio e decredibilizzato totalmente il M5S, attirando contro di esso critiche interessate e malevole di personaggi tartufeschi servi dell'Europa peggiore, quella delle banche e del debito, a cui non è parso vero di poter attaccare il Movimento su questo clamoroso scivolone anzichè sui contenuti (ad esempio energia, beni comuni, economia, politiche sociali) su cui il Movimento li batteva 10 a 0.
Grazie a questo disastroso errore mediatico è stato possibile per i tartufi della vecchia politica depistare l'attenzione dell'opinione pubblica dalle loro numerose decisioni catastrofiche a livello di governo, verso la presunta inaffidabilità e incompetenza del M5S in materia di Euro ed Europa. 

Contro questo disastro io avevo messo in guardia sin dall'inizio, ma i miei rilievi critici sono stati scambiati per preconcetti anti M5S a prescindere.
In realtà era chiaro che tutta l'informazione mainstream ci si sarebbe ficcata dentro a piedi uniti, come in realtà poi è successo, per decredibilizzare tutte le proposte e le battaglie di quel Movimento, anche quelle più giuste e meritevoli.

UN DECENNIO DI FOLLIA EUROPEA
Questo episodio mi offre dunque l'occasione di chiarire il mio pensiero e di formulare delle proposte serie, realizzabili, coraggiose e visionarie per chi voglia davvero battersi contro questa Europa serva della finanza e rimetterla nella carreggiata giusta (quella di Spinelli e Delors) dopo un decennio e più di follia ultraliberista, austerità autolesionista e adorazione totemica della logica suicida del debito. 

Queste proposte in realtà non sono nuove ma risalgono al 2014 quando furono da me formulate in vista delle elezioni Europee, come si evince da questo è il mio articolo dell'epoca:

http://angeloconsoli.blogspot.it/2014/05/leredita-di-spinelli-e-il-movimento-5.html)

"RIPRENDIAMOCI L'EUROPA!"
Tali proposte diventarono anche una parte rilevante dello spettacolo "Te la do io l'Europa!" che Beppe Grillo portava in giro in quell'epoca con il mio contributo.
La parola d'ordine era: "Riprendiamoci l'Europa e cacciamo via gli speculatori e i banchieri!" e non certo: "Usciamo dall'Europa e rinunciamo alla lotta contro speculatori e banchieri!". 
Per approfondire si veda questo video di uno dei miei interventi nello spettacolo Te la do io l'Europa di Beppe Grillo nel 2014: 

https://www.youtube.com/watch?v=rUnN7ysnZvE&t=122s

Beppe Grillo e tutto il Movimento 5 Stelle in quel periodo portavano avanti un piano di riforma dell'Europa ben più "sovversivo" per le elites dominanti che la semplice uscita dall'Euro, che è una proposta talmente velleitaria da non far paura a nessuno ma da semplicemente squalificare chi la sostenga a qualunque livello e in qualunque momento. 
Ricordo conferenze stampa alla stampa estera a Roma per presentare i famosi "7 punti per l'Europa" in cui si esprimeva con forza la necessità di cambiare registro e di passare a un "social compact" abbandonando definitavamente il fiscal  compact delle élites dominanti, una posizione che evocava la mitica democrazia diretta e le politiche sociali del Movimento mentre è invece 
naturalmente avversata dalle élites demofobiche e dalla sinistra champagne venduta alla grande speculazione finanziaria e artefice del più grande cambiamento di fronte della politica moderna, essendosi trasformata da formazione politica vocata alla difesa degli interessi della classe lavoratrice a cinghia di trasmissione della rassegnazione e della subalternità alle logiche del profitto e del grande capitale finanziario.

FISCAL COMPACT / MORTAL KOMBAT
Questa riflessione è tanto più necessaria se si considera che il famigerato Fiscal Compact (Trattato sulla stabilità, coordinamento e governance nell'unione economica e monetaria), sta per essere inserito nell'ordinamento giuridico europeo, dopodichè diverrà giuridicamente superiore alla legislazione nazionale e renderà irreversibili le scellerate politiche ultraliberiste d'austerità.



Il che comporta per il nostro Paese l'obbligo nei prossimi 20 anni di portare il rapporto debito-Pil dall'attuale 132% al 60% con un taglio annuale della spesa pubblica di 50 miliardi l'anno come previsto dal governo Monti. Nel programma elettorale del M5S (punto 17, si va addirittura oltre Monti e si propone un taglio dell'80% il che comporterebbe una manovra da 90 miliardi di euro l'anno per i prossimi 20 anni.

A questo d'altronde mirava la modifica dell'art. 81 della Costituzione con l'inserimento del “pareggio di bilancio” in Costituzione, previsto appunto dal Fiscal Compact ed eseguito nel 2012 senza alcun referendum popolare dal Parlamento italiano, ligio e obbediente ai diktat della finanza internazionale.

Il Fiscal Compact, fino a pochi mesi fa era stato per Beppe Grillo e per il M5S l'epitome della deriva ultraliberista imposta all'Europa dal disastro del referendum francese nel 2002 e rappresentava un vero e proprio Mortal Kombat per tutte le politiche ambietali e sociali perchè prevede la definitiva consegna di tutto ciò che ci appartiene in termini di diritti, beni comuni, benessere sociale e felicità delle persone,  agli interessi delle grandi lobby finanziarie, nonché di una definitiva sottrazione di democrazia, con scelte politiche ed economiche non più dettate dalla discussione democratica, bensì dagli algoritmi monetaristi. Infatti in questo post di Beppe Grillo del 2014 si prometteva che il M5S avrebbe abolito il fiscal compact (  http://www.beppegrillo.it/il-m5s-abolira-il-fiscal-compact/ ). Oggi invece lo abbraccia supinamente e acriticamente ancor più di Mario Monti. Io trasecolo.
Nei suoi spettacoli "Te la do io l'Europa" Beppe Grillo, suggeriva, su mio suggerimento, la transizione rapida dal Fiscal Compact al "Social Compact".
Stendiamo un velo pietoso su Renzi e quelli come lui che da un lato fanno i rivoluzionari anti Fiscal Compact e dall'altro hanno sempre fatto da zerbino alle politiche europee di austerità lasciando da soli Tsipras e Varoufakis quando la Grecia cercò di ribaltare il tavolo dell'austerità come strategia fallimentare non solo per i singoli paesi ma anche per l'Europa in generale (celebre la frase di Varoufakis "Austerity is NOT WORKING!") e sprecando l'occasione della Presidenza Italiana dell'UE nel 2014 in un modo che grida ancora vendetta con iniziative puramente propagandistiche (ricordate l'incontro di Ventotene con Merkel e Hollande? Propaganda allo stato puro che nascondeva il nulla propositivo più assoluto! 
Insomma fermo restando che la questione merita un maggiore approfondimento per acquistare anche una solidità scientifica che permetta di uscire dalla fuffa di proclami anti euro, ecco alcune proposte concrete contro il Fiscal Compact che permettono di cominciare definire un nuovo patto europeo che potrebbe andare sotto il nome di Social Compact. 




VENTOTENE: UN PROGRAMMA RIVOLUZIONARIO E IMPEGNATIVO 
Quando Renzi lo scorso anno tentò di impossessarsi dello spirito di Ventotene, strumentalizzando il messaggio di Altiero Spinelli a suo uso e consumo, con lo slogan "L'Europa deve ricominciare da Ventotene", fu subito chiaro che era propaganda allo stato puro, soprattutto per uno come Renzi, che rappresenta valori diametralmente opposti a quelli espressi da Spinelli, Rossi e Colorni con il celebre "Manifesto di Ventotene". 



Quella di Spinelli era una rivoluzione vera, impegnativa, che metteva al centro il cittadino e la comunità e ammoniva di tenere a bada le banche e gli speculatori, parlava di protezione dei beni comuni pubblici e la nazionalizzazione di banche e aziende energetiche.

Oggi è necessario mettere subito in essere politiche per recuperare lo spirito reale del Manifesto di Ventotene.
Per comprendere lo spirito VERO di Ventotene è necessario fare un salto filologico nel passato e leggersi il noto Manfesto scritto nel 1941 nella sua integrità, olisticamente!  Vediamo così  che il Manifesto di Ventotene propone una Europa in cui “Non si possono più lasciare ai privati le imprese che, svolgendo un’attività necessariamente monopolistica, sono in condizioni di sfruttare la massa dei consumatori; ad esempio le industrie elettriche, le imprese che si vogliono mantenere in vita per ragioni di interesse collettivo ma che, per reggersi, hanno bisogno di dazi protettivi, sussidi, ordinazioni di favore ecc.”
Parallelamente, per uno sviluppo economico sostenibile e stabile il Manifesto  osserva che "Le caratteristiche che hanno avuto in passato il diritto di proprietà e il diritto di successione, hanno permesso di accumulare nelle mani di pochi privilegiati ricchezze che converrà distribuire durante una crisi rivoluzionaria in senso egualitario, per eliminare i ceti parassitari e per dare ai lavoratori gli strumenti di produzione di cui abbisognano, onde migliorare le condizioni economiche e far loro raggiungere una maggiore indipendenza di vita". 
Sul piano della rimozione delle diseguaglianze, oltre a proporre un differenziale salariale il più livellato possibile si prescrive anche che "I giovani vanno assistiti con le provvidenze necessarie per ridurre al minimo le distanze fra le posizioni di partenza nella lotta per la vita. In particolare la scuola pubblica dovrà dare le possibilità effettive di proseguire gli studi fino ai gradi superiori ai più idonei, invece che ai più ricchi;"

E sempre per quello che riguarda i giovani, si raccomanda qualcosa di molto simile a provvidenze che oggi andrebbero sotto il nome di "reddito di cittadinanza": "La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori."
C'è perfino l'intuizione rifkiniana dell'economia a costo marginale zero introdotta dal progresso tecnologico che permetterà di provvedere ai bisogni di tutti gli esseri umani secondo le regole dell'abbondanza anziché quelle della scarsità (in questo le energie rinnovabili sono epitomiche: il petrolio è scarso, il sole è abbondante!) "La potenzialità quasi senza limiti della produzione in massa dei generi di prima necessità, con la tecnica moderna, permette ormai di assicurare a tutti, con un costo sociale relativamente piccolo, il vitto, l’alloggio e il vestiario, col minimo di conforto necessario per conservare il senso della dignità umana." 

Infine si prevede che la rivoluzione Europea metta al loro posto per sempre i ceti economici finanziari speculativi che producono solo accumulazione per se stessi e inequità sociale, con una lucidità quasi premonitoria rispetto a quello che sarebbe poi successo.   "
Si è così assicurata l’esistenza del ceto assolutamente parassitario dei proprietari terrieri assenteisti e dei redditieri che contribuiscono alla produzione sociale solo nel tagliare le cedole dei loro titoli; dei ceti monopolistici e delle società a catena che sfruttano i consumatori, e fanno volatilizzare i denari dei piccoli risparmiatori; dei plutocrati che, nascosti dietro le quinte, tirano i fili degli uomini politici per dirigere tutta la macchina dello stato a proprio esclusivo vantaggio, sotto l’apparenza del perseguimento dei superiori interessi nazionali. Sono conservate le colossali fortune di pochi e la miseria delle grandi masse, escluse da ogni possibilità di godere i frutti della moderna cultura." 
Il carcere di Santo Stefano a Ventotene
                       
Non credo che siano possibili diverse interpretazioni di queste parole chiarissime del Manifesto di Ventotene. Si può essere d'accordo o non esserlo. Ma non si può cancellarle completamente attribuendo a Spinelli & co. intenzioni e proposte che rappresentano il totale capovolgimento della loro narrazione, solo per compiacere i signori della finanza speculativa e i loro complici politici riuniti ipocritamente a celebrare se stessi e non certo Spinelli.  
 Se davvero vogliamo che l'Europa ricominci da Ventotene, allora le cose da farsi sono chiare e la strada da percorrere limpida e stellata: senza la pretesa di avere la soluzione definitiva ma al solo scopo di rimettere in carreggiata la discussione sul Manifesto di Ventotene,  mi permetto di elencare 5 piccoli provvedimenti iniziali ispirati ai principi del Manifesto di Ventotene e realizzabili immediatamente e a costo zero per invertire la china mortale su cui questa leadership serva della finanza e  priva di visione ha messo la nostra povera  Europa, cinque punti. L'ultimo di questi 5 punti è quello che potremmo definire un vero e proprio Social Compact.
Queste 5 proposte rappresentano un vero e proprio programma rivoluzionario per riscoprire lo spirito iniziale dell'Europa di Spinelli e Delors, un programma che bisogna avere il coraggio di proporre e portare avanti con ogni mezzo per una forza che voglia davvero il "cambiamento"!

PROPOSTA NUMERO 1) Più poteri alla BCE. 
Conferimento alla BCE dei poteri di 'prestratrice di ultima istanza' perché sia lei a comprare i titoli dei paesi euro in difficoltà impedendo alle banche d'affari di fare una cresta monumentale sulla pelle e sul sangue dei greci e di tutti gli altri popoli.
PROPOSTA NUMERO 2) Separazione banche di risparmio e di affari. 
Abolizione immediata del collegamento fra banche d'affari e banche di risparmio (modello Glass Steagall act americano) per preservare i risparmi dei cittadini dai rischi della speculazione rapinatoria e incoraggiare gli investimenti sul territorio e nelle attività di comunità;

PROPOSTA NUMERO 3)  Favore alle PMI in crisi
Cancellazione del principio del cofinanziamento per l'erogazione di fondi europei sia a livello centrale che periferico per le imprese piccole e medie e le start up innovative;


PROPOSTA NUMERO 4) Potere al Parlamento Europeo

Reale "empowerment" del Parlamento europeo con conferimento di poteri legislativi pieni e del potere di iniziativa legislativa in quanto unico organo elettivo delle istituzioni europee. Passaggio definitivo dal metodo intergovernativo al metodo comunitario. Il Parlamento Europeo deve avere l’ultima parola su tutti i provvedimenti attualmente in co-decisione col Consiglio.

PROPOSTA NUMERO 5). Il "Social Compact". 
Bisogna rivedere radicalmente e immediatamente i parametri di Maastricht e  (rapporto debito PIL etc) alla luce degli indicatori socio economici ricavati dall'agenda 2030 dell'ONU con i suoi 17 sustainable development goals, incredibilmente sovrapponibili agli obiettivi del Manifesto di Ventotene menzionati prima (prosperità e benessere dei cittadini, qualità della vita e dell'ambiente, senso di Comunità grado di alfabetizzazione etc);
Quali sono questi obiettivi?
1) Abolizione della povertà
2) Eliminazione della fme nel mondo
3) Sanità accessibile a tutti
4) Istruzione pubblica di qualità
5) Uguaglianza di genere
6) Acqua pubblica e sistemi sanitari efficienti
7) Energia pulita e economica
8) Crescita economica e occupzionale
9) Innovazione industriale e delle infrastutture
10) Riduzione delle disuguaglianze
11) Città  e comunità sostenibili
12) Produzione e consumi responsabili
13) Azione per il clima
14) Vita nell'acqua
15) Vita sulla terra
16) Istituzioni forti per la pace e la giustizia
17) Collaborazione per i SDG
Pare ovvio che se le comunità e gli stati devono perseguire gli obiettivi dell'Agenda ONU 2030, gli investimenti che vanno in questo senso non possono concorrere ad alzare il debito ma devono essere stralciati dal computo del rapporto fra debito e PIL. Questo rappresenterebbe un nuovo patto che si sostituirebbe a quello diventato tristemente famoso come Fiscal Compact, e data la sua attenzione agli aspetti sociali potrebbe a buon diritto essere qualificato come il Social Compact

Pier Virgilio Dastoli, assistente di Altiero Spinelli e Presidente
del Movimento Federalista Europeo, principale sostenitore
del "metodo comunitario" contro quello "intergovernativo".
Sono solo proposte di buon senso, ma dubito che qualche forza politica le farà proprie per farle entrare nell'agenda di questa Europa, così come sono state ignorate nella dichiarazione di Roma in cui l'establishment ha celebrato se stesso nel 60mo anniversario dei trattati di Roma, in una città blindata per paura del terrorismo (ma anche e soprattutto delle contestazioni) nel marzo 2017.
Fa specie soprattutto che queste proposte non vengano abbracciate  dai più accesi contestatori dell'Europa, quei famosi "sovranisti" all'amatriciana che insistono testardamente sulla sovranità monetaria ma dimenticano sovranità molto più importanti come quella energetica, quella alimentare e quella economica che invece Spinelli, Colorni e Rossi avevano ben presenti sin dal 1941!

Il Manifesto di Ventotene propone una Europa dei popoli e non delle banche.   
Ci sono forze politiche che davvero riescano ad affrancarsi dalla logica delle manifestazioni propagandistiche anti europa e dalla fuffa delle dichiarazioni "europeiste" di principio buone per tutte le stagioni e per tutte la audience e ricominciare davvero da Ventotene, con queste "Proposte di buon senso" davvero rivoluzionarie proponendo e promuovendo in tutte le istanze possibili l'Idea di un "Social Compact" Europeo ispirato ai principi dell'agenda 2030 dell'ONU per sostituire il Fiscal Compact che dicono di aver tanto in spregio?